Manifesto di un umano pentito.

Contesto che il Mondo sia divenuto migliore e più bello grazie all’opera della specie umana. Semmai è più brutto, anche se vi sono alcuni luoghi (pochi) che sono stati resi più comodi dall’uomo. Contesto che il genio dell’uomo sia superiore al genio della Natura. Solo la Natura sa come risolvere i problemi del Mondo. Non col fine di salvare l’Umanità o singoli uomini, ma solo per conservare la vita sulla Terra. Per la Natura ogni singola specie, ogni singolo essere ha una sua durata: compare, prospera e poi si estingue; nasce e muore. Il Mondo no. Il Mondo è sempre (tranne che in un lontano futuro si dissolverà nell’Universo).

Contesto che l’uomo possa comprendere tutto della Natura, tutto del Mondo. La matematica, le scienze naturali non sono le scienze della Natura, sono solo dei metodi creati dall’uomo per carpire segreti alla Natura. Sempre nel proprio interesse di specie o di singoli, non nell’interesse del Mondo. Per questo siamo arrivati a questo punto.

Se è vero quanto ci dicono gli stessi scienziati non c’è da stare allegri: le immissioni delle macchine, degli allevamenti, delle città, delle fabbriche create dall’uomo hanno prodotto l’inquinamento, i cambiamenti climatici, il surriscaldamento dell’atmosfera, l’estinzione di migliaia di specie diverse, l’alterazione degli equilibri ecologici, perfino una parte delle catastrofi ambientali. L’Umanità consuma una parte enorme delle risorse naturali disponibili. Dominano, sul piano etico, la sete di potere, l’ingordigia, la cattiveria, la disuguaglianza. Pochi uomini sono ricchissimi mentre molti sono poveri o poverissimi. Gli uomini si ammazzano fra loro producendo armi che servono solo ad ammazzarsi con più facilità. L’intelligenza umana scompare sempre di più. Le masse obbediscono ad ordini subliminali: consumano beni inutili in quantità inenarrabili, per produrre ricchezza per pochi, che con i loro immensi capitali possono ricattare intere nazioni. Costoro detengono la produzione di cibo, farmaci, armi, beni di prima necessità come beni superflui. Fra l’altro detengono i mezzi di comunicazione e di creazione del consenso, attraverso i quali ci insegnano ad obbedire, pur facendoci credere di essere liberi. Non dico che non esistano uomini interiormente (e solo interiormente) liberi, ma sono una piccolissima minoranza che non conta nulla. Contesto che la scienza e la tecnica siano buone con qualche sacca residuale di cattiveria. È vero il contrario: scienza e tecnica sono cattive, con qualche sacca residuale di bontà. Ma le cose buone sono poche e non contano nulla, mentre quelle cattive sono tante e contano molto.

Detto questo, due questioni mi stanno a cuore su tutte. La prima è che la specie umana è dunque troppo numerosa, invadente e dannosa contro ogni limite di tollerabilità per la Terra: occorrerebbe che tornassimo ad essere in pochi, creassimo meno artifici, città e ricchezza comprese, ci levassimo dai piedi volontariamente, prima che ci pensi la Natura a farci fuori. La seconda è che se abbiamo ridotto la Terra in queste condizioni a causa della scienza e della tecnica, perché dobbiamo pretendere di risanarla proprio con la scienza e con la tecnica? Perché dovrebbe funzionare la nostra cura visto che la malattia l’abbiamo prodotta noi? Profetizzò Omero: “nulla cammina sulla Terra di più meschino dell’uomo”.

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